Centro Studi online 'A. Solano' - Scienze storiche e del territorio  

Centro Studi online "A. Solano"

Scienze storiche e del Territorio

Contributo per la ricostruzione storica di un territorio per ridare senso e contenuto al poco conosciuto, al pensato e all'esistente


 

Gabriele Barrio - De Antiquate et Situ Calabriae
Estratto da: "De Antiquate et Situ Calabriae"
- Gabriele Barrio -
Roma - De Angelis - 1571
 
Aggiunte e note di Tommaso Aceti
Accademico Cosentino e benefiziato della Basilica Vaticana

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Cap. XIII - Briatico, Tropea e loro Villaggi, Jopoli e il Filosofo Agostino Nifa.

... Oltre c'é (*11) "Jopoli", un piccolo castello, sito in luogo alto e perciò salubre, quasi Diopoli, vale a dire città di Giove, non molto lontano dal mare, patria del filosofo (*12) Agostino Nifa, che i Sinuessani rivendicano a Sinuessa.
Costui, giovanetto, morta la madre, essendo mal visto dal padre e dalla matrigna (infatti suo padre aveva ripreso moglie) fuggì di casa e si portò a Napoli. Un tale di Sinuessa, avendo ammirato costui che di per sé dichiarava la sua indole preclara, lo condusse nella sua casa di Sinuessa, perché attendesse ai suoi figli. Egli, poiché era di ingegno acuto e desideroso di gloria, attese allo studio delle lettere insieme ad essi. E di lì recatosi a Padova con gli stessi, attese severamente allo studio della filosofia.
In seguito, ritornato a Sinuessa e Napoli, poiché il padre aveva dilapidato tutti i beni, e aveva saputo che subito dopo era morto, non volle più tornare a Jopoli, sua patria, ma prese moglie a Sinuessa, e per molti anni insegnò pubblicamente filosofia in Napoli.
Si segnalò ai tempi di Leone decimo; prese in segno di riconoscenza nei suoi confronti il cognome della famiglia Medici e morì durante il pontificato di Paolo III, "sfinito dagli anni. (*13)
Scrisse commentari a quasi tutti i libri di Aristotele". Esiste ancora in Jopoli la famiglia Nifa. Ma egli stesso, in segno di riconoscenza per i Sinuessani, poiché era vissuto per qualche tempo tra essi e vi aveva preso moglie, si scriveva di Sinuessa, sebbene più volte nel ginnasio dichiarasse apertamente di essere Calabro e nella epistola indirizzata al principe Giovanni Arena, nel Commentario sull'interpretazione, affermi di essere Calabro, cosa che, tuttavia, nella seconda edizione dell'opera, fu espunta, e in seguito tutta l'epistola fu omessa.
Ma è proprio di uomo vano e sciocco impossessarsi della gloria altrui e, privo di gloria, dirsi glorioso della lode d'altri.
Si produce a Jopoli abbondanza di olio, mandorle lodatissime, e, fra tutti gli altri frutti, pere molto rinomate, ottimi peponi; si produce seta di buona qualità.
Esistono giardini frondosi di cedri, limoni, e mele bionde. In questo territorio nasce abbondanza di votumo.
C'é il villaggio di "Cocurino"."

 
--- Note ---

(11) "Jopoli". Vi sono coloro che ritengono col Mugnos, de fam., che questa cittadella fu edificata da un certo "Artedoro Jopoli", Comandante greco sotto Carlo II d'Angiò, ma piuttosto, come ritengo, concesso da questo re a quel Comandante per qualche famosissima impresa; né egli diede il nome alla cittadella, ma la cittadella a lui. Comunque sia, è abbastanza popolata ed appartiene alla Diocesi di Reggio.
(12) "Agostino Nifa". Oltre Lellio, e pochissimi altri scrittori, e delle nostre parti e stranieri, lo dicono Calabro. Cfr. Petr. Ang. Spera, Gabriel Nandeus, Paul. Jov. e altri.
(13) "Scrisse commentari". Scrissa anche "de Astronomia". Che anzi nel 1524 per l'impostura di un monaco si diffuse la diceria nel mese di Febbraio, dalla congiunzione delle apparizioni dei pianeti nel segno dei Pesci, sarebbe avvenuto un diluvio, dal quale tutti sarebbero stati sommersi; così che non pochi abitanti delle due Sicilie si costruirono piccole abitazioni sulle cime dei monti e il popolo, diffusasi la paura, atterrito si rifugiò presso Agostino Nifa, Filosofo e Astronomo espertissimo; egli, sedata la moltitudine, asserì con la parola e con l'esempio, fermamente, che non c'era nulla da temere. Il fatto andò così: nessuna pioggia in quel mese, ma tempo sereno al massimo. Joseph. Bonf. histor. Sic. lib. 2.