Centro Studi online 'A. Solano' - Scienze storiche e del territorio  

Centro Studi online "A. Solano"

Scienze storiche e del Territorio

Contributo per la ricostruzione storica di un territorio per ridare senso e contenuto al poco conosciuto, al pensato e all'esistente


 

Francesco Adilardi di Paolo - Memorie storiche su lo stato fisico, morale politico della Città e del circondario di Nicotera
Estratto da: "Memorie storiche su lo stato fisico, morale e
politico della Città e del circondario di Nicotera"
- Francesco Adilardi di Paolo -
Napoli - Tipografia di Porcelli - 1838
 
Parte III - da pag. 213 a pag. 226
"Joppolo e i suoi villaggi"

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Titolo I - JOPPOLO

Capo I - Stato fisico

I) Joppolo, capo-luogo del comune, è situato tra Nicotera e il Promontorio Vaticano; e precisamente su di un colle, la cui sommità è contigua a quella del monte "Poro". E' di costa a Coccorino: vedesi esposto al mezzogiorno, e gode delle amene vedute, particolarmente del mare, di cui appena dista mezzo miglio.
Un dì era chiuso di mura e munito di torri, ed a quell'epoca aveva tre porte d'ingresso, delle quali la maggiore, detta "dell'Olmo", s'innalzava sopra un ponte levatoio, ripieno coll'andare del tempo. Una di queste porte era ancora sana nel 1636 (*1).

Oggigiorno per tradizione e per i ruderi esistenti si addita il luogo del castello, e si vuole che fosse stato munito di armi.
Attualmente un miglio lungi dall'abitato, verso il mare, esiste una torre, la quale, sebbene è un territorio di Nicotera, pure, perché guardava quel paese, si chiama "La torre di Joppolo".
Ivi ne' principi dell'occupazione militare si conservava un cannone del calibro di 18, guarnito d'impresa e dell'epigrafe "Joppolo", e si perdé per averselo fatto preda alcuni lancioni Inglesi.
Joppolo non è lontano dal capo-luogo del circondario più di 4 miglia. Il Barri, mentre loda il sito del paese in discorso, ne interpreta il nome in "quasi diopolis", vale a dire "Jovis Civitas". Né esso, né il Marafioti, parlano sulla fondazione. Ne parlò solo Filadelfo Mugnos, il quale appellandosi a Falcone Beneventano ed a Gio: Luca Tertellio, lo dice edificato verso il 1300 da un valoroso capitano di Carlo II, chiamato "Artemidoro Joppolo" (*2) ma noi ignoriamo il Falcone ed il Tertellio per le opere da lui citate.

Gli abitanti, uniti a quelli di Coccorino e Coccorinello, formavano nel:
1532 - 52 fuochi
1545 - 94 fuochi
1561 - 79 fuochi
1595 - 107 fuochi
1648 - 70 fuochi
1669 - 87 fuochi (*3)
Poscia i cittadini del solo Joppolo erano nel:
1783 - 380, inclusi 10 schiacciati sotto le fabbriche (terremoto del 5 febbraio 1783)
1795 - 772
1816 - 540
1837 - 640, nel mese di dicembre (*4)

II) Il territorio produceva diverse ed ottime frutta.
Il Barri scrivea: "Fit Jopoli olei copia et amygdalae laudatissimae, ac praeter ceteros fructus, pyra nobilissima, et pepones optimi, fit et sericum nobile. Extant et horti numerosi citrorum, limonum, et melorum aureorum: In hoc agro votumi harbae copia nascitur". Circa due secoli dopo il Barri, era (al riferire del P. fr. Elia d'Amato): "omnis generis frugum fertile; nemoribus citrorum, melorum, pyrorum, lymonumque copia uberum; oleo, amygdalis, serico suprabundans".
Per causa de' torrenti, che circondano il paese e ruinano le campagne, oggi altri prodotti cereali non vi sono, che poche derrate, vini, fichi, pere, mandorle, e giuggiole, che nutrendosi dellaria del Faro, gustano in preferenza degli altri luoghi.
Questo territorio con quei di Coccorino e di Coccorinello, è composto di tomalate terra 1883, le quali producono l'annua rendita di ducati 4631.92, e sulle stesse in quest'anno 1838 si pagano di contribuzione fondiaria ducati 952.12.


Capo II - Stato morale

I) In Joppolo notiamo le chiese di:
1) "S. Sisto". E' parrocchiale; ma altra qualità doveva avere in epoche remote.
Secondo la tradizione, era archimandritale, e vantava ecclesiastica giurisdizione sopra Molochio e Molochiello, e sopra Coccorino e Coccorinello. Soppressa poi la badia a cagione della perversità dell'ultimo archimandrita, il titolo, come si dice, passò al vescovo di Reggio (*5).
Son queste l'espressioni usate dal rettor della chiesa in parola negli atti di nascita de' principi del secolo XVII: "Io Antonino Grillo cappellano curato per monsignor illustrissimo arcivescovo di Reggio nella curata di S. Sisto della terra di Joppolo, dove al presente si amministrano sagramenti, ho battezzato, ec, ...".
La medesima, anco prima dell'ultimo concordato, era di libera collazione del suddetto metropolitano, da cui sul principio del secolo XVIII venne decorato il parroco del titolo di "arciprete" (*6).
Distrutta da' terremuoti nel 1783, fu subito da Ferdinando IV riedificata.

2) "Maria Vergine Addolorata". S'innalzò da' cittadini del luogo verso il 1818, ed è in piede.
3) "S. Sebastiano". Esisteva nel 1636 (*7), e fu profanata nel decennio.
4) "S. Maria degli Angeli". Distava circa un miglio dal paese, ed aveva a lato un romitaggio. La demolizione di essa seguì circa il 1756 a causa della morte violenta dell'eremita.

- Ecclesiastici distinti.

II) Di questi, fr. Elia d'Amato altri non rammenta che:
"Vincenzo Nifo", Fratello dell'immortale Agostino, di cui sarà detto quì appresso. Fu monaco del secolo XVI nell'ordine de' predicatori; e per esser stato molto dotto, in Salerno ascesa alla cattedra letteraria, con gran stipendi del principe di quella Città (*8).

Capo III - Stato politico

I) Joppolo, per quanto è a nostra notizia, fu sempre la terra dell'università del suo nome; e con questa si appartenne in feudo a:
1) "Artemidoro Joppolo". Sia stato, o pur no, fondatore del paese.
2) "Peleo",
3) "Gio:Artemidoro", e
4) "Peleo": tutti della stessa famiglia "Joppolo".
Quest'ultimo, militando a favor di Ludovico d'Angiò, si vide dal re Ladislao privato di signoria, ed infelicemente se ne morì in Volterra il 1406.
5) "Ottino Caracciolo". Cavaliere Napolitano, e cancelliere del regno di Sicilia (*9). Per essere stato ribelle a Giovanna II, fu destituito dal feudo, il quale venne concesso nel 12 settembre 1420 a:
6) "Laucio de Sergio". Da Lipari, uomo nobile, e per la sua fedeltà ben affetto dalla regina (*10).
7) "Covella Ruffo". Baronessa di Nicotera. L'ottenne dal re Alfonso nel 1442 (*11).
8) "Marino Marzano". Fu figlio ed erede di Covella suddetta.
9) "Domizio Nifo". Nobile Tropeano, e valoroso guerriere. Essendo morto in Sessa, fu colà seppellito nella chiesa di "S. Domenica".
10) "Tommaso Calatacuth".
11) "Ettore Pignatelli". Duca di Montelione. Ne fece acquisto dal Calatacuth il 1506.
12) "Antonello Galluppi". Patrizio di Tropea. Lo possedé nel fine del secolo XVI (*12).
13) "Orazio Mottola". Da Montilione. Se lo godeva verso la metà del secolo appresso (*13). La famiglia di costui proseguì nel dominio (*14) sin ad altro:
14) "Orazio Mottola". Marchese di Amato. Questi vendé il feudo a:
15) "Giorgio Melecrinis". Di nobile famiglia della città di Pizzo. Giorgio ne fece compera a 9 luglio 1767; ed avendo ottenuto regio assenso a 30 gennaio 1768, venne dichiarato legittimo possessore a 31 maggio dell'anno appresso.
16) "Francesco-Saverio Melecrinis". Primogenito del Giorgio. Nel 1772 l'ebbe per cessione del padre; e l'assenso regio, che ottenne a 24 agosto dello stesso anno, fu registrato ne' quinternoni a 26 marzo 1773.
17) "Gio:-Battista Melecrinis". Primogenito del Francesco-Saverio. Se lo godeva allorché venna sanzionata la legge eversiva alla fudalità.

- Cittadini ragguardevoli.

II) Ascriviamo:
"Agostino Nifo". Nacque da' signori del luogo verso il 1473 (*15). Studiò in Tropea ed in Padova e riuscì nella filosofia e nella medicina, professandole assai meglio de' più dotti di quel secolo. Egli fu pubblico lettore in Napoli dell'una e dell'altra facoltà; e dopo di esser stato professore in Pisa col soldo di 1000 scudi d'oro, papa Leone X a 15 giugno 1521 lo creò conte palatino, gli permise d'inquartare le armi di sua famiglia con quelle della famiglia Medici, e gli diede la facoltà di conferire licenze, il baccalauro, e la laurea in teologia ed il diritto civile e canonico, non che di legittimare i bastardi e nobilitare tre persone. Nifo, immortalandodi suo nome, scrisse: (...).
Nifo chiamò a se l'ammirazione e la stima, non solo de' principi, ma pure de' letterati del suo tempo. (...)
Questo grande ingegno morì in Sessa (ove nobilmente aveva imparentato) sotto il pontefice Paolo III, secondo il Barri; e pronunziatogli il funebre elogio da monsignor Galeazzo Florimonte, uno de' dotti suoi discepoli, fu tumulato in quella chiesa de' padri predicatori, con epitaffio, cosi dettato dallo stesso Florimonte: (...)
 

Titolo II - VILLAGGI

Capo I - Stato fisico

Villaggi riuniti al comune di Joppolo, distanti al capo-luogo da due in tre miglia, sono:
I) "Coccorino". E' posto in luogo piano, e si governa di aria salubre. Per detto del Mugnos, esisteva nel 1344 (*17). Contava nel:
1783 - 800 abitanti
1795 - 900
1810 - 934
1816 - 890
1837 - 809, nel mese di dicembre (*18)
Nel 1783 fu sconvolto il territorio di Coccorino. Narra de Leone, che mediante i tremuoti, precipitarono molte rupi, e si fecero varie e considerevoli fenditure, e che nell'urto del tremuoto successo a 5 febbraio, i buoi e gli altri animali che pascolavano, tramazzarono a terra con fremiti e muggiti. Il mare si arrestò, fendendosi in due parti, in modo che comparvero il fondo e le arene (*19). Ciò nonostante il medesimo territorio produce grani, vini, oli, e pascoli per gli armenti.
II) "Coccorinello". E' situato a mano sinistra di Coccorino, in pochi passi di distanza. Ha perciò le stesse qualità; e negli stati di popolazione, come in diverse altre scritture, vien confuso collo stesso Coccorino.
III) "Caroniti" (*20). S'innalza sulla estremità del monte "Poro", sotto aria rigida. Contava nel:
1763 - 196 abitanti
1779 - 281
1783 - 279
1795 - 328
1801 - 381
1816 - 507
1837 - 492, nel mese di dicembre (*21)
Le produzioni territoriali di questo paese sono, vettovaglie di ogni genere, vini e pascoli.

Capo II - Stato morale

I) In Coccorino si debbon notare le chiese di:
1) "S. Mercurio". E' parrocchiale, sotto la dipendenza del Vescovo di Tropea. Precipitò nel 1783, e quindi fu rifatta a spese del sovrano. Il parroco ha il titolo di "arciprete" sin dal dicembre 1750 (*22), ed anco esercita la cura sopra Coccorinello.
2) "Maria Vergine del Rosario". E' di patronato del barone di Joppolo e Coccorino.

II) In Coccorinello esiste la chiesa di:
"Maria SS. Immacolata". Eretta per filiale nel 1735 fu accresciuta con fabbriche dopo il 1783. Vi è in essa la confraternita del medesimo titolo, instituita nel 1803 in virtù del regio assenso del 29 marzo di quell'anno.

III) In Caroniti si rinviene la chiesa di:
"S. Gennaro". Fu innalzata da' Gennari, baroni di Nicotera, ed in conseguenza feudatari del luogo (*23). Essa, come altrove si è detto, venne elevata a parrocchiale coll'unione di quella di Calafatoni; e quindi si visitò dal Capece a 4 maggio 1599 (*24). Nel 1620 il suo rettore non aveva rendita certa, ed i filiali proseguivano a contribuirgli 3 salme grano per tassa (*25). Il parroco da poco tempo in qua si titola "arciprete".

Capo III - Stato politico

I) Coccorino era Terra nel 1344, quando si possedeva a titolo di feudo da Michele Cattone di Sicilia (*26) Diventato poi villaggio di Joppolo, nel 1807 aveva ottenuto separata amministrazione; ma per essere stata questa soppressa, oggi al pari di prima, non è, che villaggio del comune dell'istesso Joppolo.
II) Coccorinello da qualche tempo è considerato villaggio, giacché prima si tenea per contrada di Coccorino.
III) Caroniti si appartenne sempre a Nicotera, e fu aggregato al comune di Joppolo verso il 1825.

--- Note ---

(1) Atto di morte di una tale Caterina Naso di Joppolo, datato 29 agosto 1636, che trovasi nel libro dei morti colà dal 1605 al 1686.
(2) Fiore ed Aceti.
(3) Lorenzo Giustiniani, "Dizion. ec.", voce "Joppolo".
(4) Stati di sua popolazione; de Leone, e Sacco.
(5) Relazione a "S. Limina" del 1740. Se ciò fosse vero, non si potrebbe convenire col Mugnos sull'epoca della fondazione del paese da lui segnata, giacché la sede vescovile di Nicotera, come si narrò nella parte I, fu vacante per molti secoli innanzi il XIV. Notosi, che l'Arcivescovo di Reggio prosiegue a titolarsi "Archimandrita di Joppolo"; e si emaindi il Sacco, perché ne situa la Terra in diocesi di Mileto.
(6) Libri parrocchiali.
(7) Citato atto di morte del 29 agosto 1636.
(8) Leandro Alberti. "De viris illustribus ordinis praedicatorum" lo ascrive a Sessa. V. la nostra nota all'art. di "Agostino Nifo" di lui fratello, perché se si conviene di esser nato a Joppolo Agostino, difficilmente si assegnerà altra patria a Vincenzo.
(9) Costui, a titolo di feudo, possedeva anco in territorio di Nicotera un predio rustico detto "de Joseph", oltre il casale di Coccorino. Ved. la nota seguente.
(10) Registro della regina Gio: II, anno 1420.
(11) Della Marra.
(12) Avati-Carbone, "Per il sedile chiuso di Portercole di Tropea", Nap. 1803.
(13) Bisogni, "Hipponii Historia", Neap. 1710, prima ediz. - Il Fiore tralasciò i baroni da noi riportati nei num. 5, 6, 12, e 13, e forse per errore ascrisse alcuno che non avrà avuto dominio.
(14) Ved. la nota 5.
(15) E' accanita la questione sulla patria del Nifo, dubbitandosi se fosse Joppolo, o Sessa. Stanno per la prima, cioé i nazionali:
Barri, Marafioti, Bartolomeo Chioccarello "De illustis scriptoribus", fra. Elia d'Amato, il Niccodemi "Addizioni alla bibl. del Toppi", ed Angelo Zavarroni;
e gli esteri:
Gabriele Naudé "Prolegomena opuscolor. Niphi", Luigi Moreri "Gran dizionario", Pietro Baile "Dictionaire historiq. et critiq.", e Ladvocat "Dizion. stor. portatile".
Stanno poi per la seconda:
Oberto Mireo "De scriptoribus ecclesiasticis", Onofrio Panvinio, o chi scrisse la "Vita di Papa Leone X" (non fu certamente di Platania, come va errante Antonio Maria de Lugo "Giunte al Dizion." del Ladyocat, giacché Platania era morto sin dal 1481, e Leone X fiorì nel secolo XVI), Mazzetta "Descrizione del regno", Toppi, ed il de Lugo.
Così Baile lo registra: NIPHUS "Augustin) ... Etoit ne a Jopuli dans la Calabre, et non pas a Sessa dans la Terra de Labour ec.". Del resto, se pure Agostino fosse nato in Sessa, sarebbe cittadino di Joppolo per origine.
(16) ...
(17) V. il Fiore "t.1, art. "Cuccorino".
(18) Stati di popolazione; de Leone, e Sacco.
(19) V. pure "l'Istoria del tremuoto del 1783 data in luce dalla reale accademia delle licenze e belle arti di Napoli; 1784, n. 163 e 164".
(20) Il Barri ne deriva il nome da "carya nuce".
(21) Stati di popolazione; de Leone, e Sacco.
(22) Libri parrocchiali.
(23) Niccolò-Carminio Falcone, "Storia della vita e famiglia di S. Gennaro; Nap. 1713", nella introduzione.
(24) Atti di S. visita del 1599.
(25) Atti di S. visita del 1620.
(26) V. il Fiore, t. 1, art. Cuccorino.